Che cosa è successo all’Italia e agli italiani nel periodo centrale del lockdown? Che cosa hanno vissuto le persone, quali sono i loro desideri, quale la loro visione del futuro? “Voci dalla quarantena. La vita degli italiani durante il Coronavirus” è la ricerca alla quale abbiamo dato vita, con l’intento di scattare una fotografia del nostro Paese e dei nostri connazionali in questo momento così particolare. Tra il 2 e il 13 aprile abbiamo raccolto moltissimi dati (vedi nota metodologica). Oggi iniziamo a condividerli con questo articolo, che è il primo della serie. Per ricevere direttamente il link alle prossime analisi, mandateci una mail a info@neosvoc.com e saremo lieti di informarvi.

Spoiler: quello che emerge è un Paese inquieto che, tuttavia, non perde le speranze e la volontà di guardare alla crisi come a un’opportunità di rinascita.

Quanto siamo preoccupati?

Un’Italia che nel mezzo del Lockdown non nasconde il suo turbamento e le sue incertezze, ma che ha ancora voglia di pensare positivo e non cedere al senso di sconfitta. Si presenta così lo scenario di riferimento generale in cui versa il Paese durante il periodo centrale di Quarantena. A emergere è innanzitutto un generale e condiviso senso di preoccupazione (91,4%), che nel 45,9% dei casi tocca livelli di significativo allarme, non senza differenze lungo le aree geografiche del Paese. Un’istantanea che pone in luce le diverse fragilità di una stessa Italia in cui, con ogni probabilità, la disomogenea percezione della possibilità di accesso alle risorse del territorio contribuisce ad acuire, in alcune zone più di altre, paure e incertezze. Ed è infatti al Sud e nelle Isole che si rileva il maggior livello di allarme, con il 51,5% dei rispondenti che affermano di essere seriamente preoccupati per il Coronavirus. La stessa percentuale si riduce significativamente nelle regioni del Nord Est, limitandosi al 36,6%.

Se i temi della Sanità e del diritto alla salute rappresentano senza dubbio un primo discrimine, è necessario inserire i dati nei diversi contesti economici e infrastrutturali che caratterizzano le due aree del Paese: un Mezzogiorno a forte vocazione turistica che si appresta a fare i conti con una stagione fortemente critica; un Nord Est che può contare sulla piccola e media impresa, pronto a ripartire.

Accanto a questi dati è possibile inoltre registrare un atteggiamento lievemente più ottimista tra le classi più giovani del Paese: complessivamente afferma di sentirsi preoccupato l’88,3% del segmento.

Percentuali relative a quanti affermano di essere seriamente preoccupati per il Coronavirus, suddivise per Area Geografica. N. rispondenti=1195

Ma che cos’è questo Coronavirus?

Oltre ai dati raccolti nella fase quantitativa della ricerca e appena riportati, ad arricchire l’analisi è quanto emerso durante la fase qualitativa, condotta attraverso le interviste in profondità, in cui appare evidente come la paura di un contagio venga significativamente superata da ansie e timori diversi, tutti legati a un profondo senso di incertezza, dovuto all’assenza di date, di indicazioni guida, di direzioni certe.

Il Coronavirus? Spaventoso ma surreale