Martina ha 22 anni, un bellissimo sorriso e poche, pochissime parole. L’abbiamo conosciuta quando è venuta in NeosVoc per il suo stage curriculare, durante il suo secondo anno di Comunicazione in Cattolica. E ci è piaciuta un sacco.

La cosa deve essere stata reciproca, perché quando si è trattato di scegliere l’argomento della sua tesi, Martina ci ha chiesto di fare una cosa un po’ particolare: una tesi sul CEO branding, sperimentale, che parlasse di Alice Melpignano, la CEO di NeosVoc.

Ci si è aperto un mondo. Alice è CEO di una startup che lavora in ambito tech. Quindi una CEO donna, di una startup, che si occupa di tecnologia.

Tutte cose non così comuni.

Qualche dato

Dopo dodici anni dalla legge Golfo Mosca, che ha introdotto le quote rosa nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali delle società quotate in Italia, la situazione rimane critica. Nonostante un aumento nel numero di donne che occupano ruoli decisionali e strategici, sia nel settore pubblico che in quello privato, si tratta ancora più di eccezioni che di un reale raggiungimento della parità di genere.

Lo studio del Corporate Governance Lab dell’Università Bocconi di Milano, che fotografa la presenza femminile nei consigli di amministrazione delle cinquanta principali società italiane quotate in borsa, racconta che sebbene la percentuale di donne nei consigli di amministrazione superi il 41%, solo il 13,7% di esse ricopre ruoli di executive. Inoltre, è raro trovare donne alla guida delle principali società italiane, dato che nessuna di esse è attualmente guidata da una donna CEO.

A livello globale, la situazione non è migliore: solo il 2% delle donne ricopre la posizione di amministratore delegato e solo il 4% è presidente in aziende di rilevanza.

Anche i dati relativi alle donne nei settori STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) non sono incoraggianti. L’Istituto di Statistica dell’UNESCO (UIS) riporta che solo il 30% dei ricercatori a livello mondiale è composto da donne, e meno di un terzo delle studentesse sceglie di studiare materie STEM all’università.

In Unione Europea, dei 21 laureati STEM ogni 1.000 giovani tra i 20 e i 29 anni, soltanto 14,9 sono donne, mentre gli uomini sono quasi il doppio, 27,9. In Italia la situazione è ancora più critica, con una media di 16,4 laureati in discipline scientifiche ogni mille giovani residenti, di cui 19,4% di uomini e il 13,3% donne.

Secondo il rapporto di AlmaLaurea del 2021 la disparità di genere riguarda anche coloro che conseguono lauree STEM. Nonostante le donne ottengano voti di laurea più alti in media e siano più costanti negli studi, sono molto penalizzate sul mercato del lavoro. Cinque anni dopo aver conseguito una laurea in ambito STEM, il tasso di occupazione per gli uomini è del 93%, per le donne del 7%. Inoltre, gli uomini affermano di guadagnare in media circa 1.760 euro al mese, le donne circa 1.472 euro.

Tuttavia, c’è un raggio di speranza nel settore delle startup innovative femminili in Italia. Alla fine di settembre 2022, erano registrate 2.000 di queste startup, in aumento rispetto al 2019, e rappresentano il 22,18% dell’imprenditoria italiana.

Si tratta per lo più di startup che lavorano sulla formazione, sul networking e su programmi di empowerment.

Una prospettiva nell’universo dei Social CEO

Come abbiamo visto, nonostante i progressi nella promozione della parità di genere e della partecipazione femminile in ruoli decisionali, rimangono sfide significative da affrontare in Italia, soprattutto nei settori chiave come le posizioni di executive e le lauree STEM. Alice Melpignano ricopre un ruolo in ciascuno dei temi individuati, come CEO di NeosVoc ma anche in qualità di consigliera Assintel (l’associazione nazionale delle Imprese ICT di cui NeosVoc fa parte).

E l’idea è che il suo percorso non sia solo di branding fine a sé stesso, ma che vada in una direzione fortemente orientata a un purpose: la valorizzazione della leadership femminile.

Tra i CEO di cui Martina ha analizzato la comunicazione, infatti, emergono quattro profili principali:

  • THOUGHT AMBASSADOR
    • Sono i CEO che si propongono come persone, anche al di là del brand, attraverso le loro opinioni. Che sono sempre attinenti al loro settore o la loro azienda, ma che si sostanziano anche in contenuti che vanno oltre, relativi per esempio a valori, idee, aspirazioni e così via. Un simile atteggiamento sfocia naturalmente nella ricerca di una interlocuzione con chi legge, creando così la relazione tipica degli ambassador.
  • THOUGHT LEADER
    • Ci sono molti corsi per diventare Thought Leader sui social, ma la verità è che sono pochi quelli che lo sono davvero. Sono i CEO che, proprio come le celebrity, hanno fatto talmente tanto che il loro racconto va oltre. In Italia questo è il caso di Passera, che arriva ad avere una voce nella Treccani. Questa è anche l’area di personalità come Elon Musk, Richard Branson, Bill Gates, e così via.
  • BRAND LEADER
    • Sono i CEO portatori del brand, che si mettono in gioco solo in funzione di esso, senza cioè esporsi al di fuori. Che significa anche avere un proprio tono di voce, ma privo di argomenti diversi da quelli proposti dal brand.
  • BRAND AMBASSADOR
    • Come i brand ambassador del mondo influencer, sono punti di riferimento ma non si mettono in discussione. Parlano attraverso il brand, con le sue parole, ma anche con le sue emozioni.
Alice Melpignano e Martina Traisci
Alice Melpignano e Martina Traisci

A partire da queste osservazioni, abbiamo lavorato al piano di CEO branding di Alice Melpignano, evidenziandone posizionamento, tono di voce, valori, obiettivi: tutto quello, insomma, che avremmo fatto per definire un brand.

Un contributo importante è stato quello che hanno portato le testimonianze, sotto forma di interviste, a chi si è occupato del settore ma anche ad Alice stessa, che ha raccontato la sua visione di cosa significhi essere CEO in questo panorama e in un Gruppo, Neosperience, che ha scelto una donna per questo ruolo, andando a incidere direttamente sulle statistiche.

Ora che Martina si è laureata, a noi di NeosVoc rimane il compito di lavorare su quello per cui la sua tesi ha messo le basi.

Perciò congratulazioni Martina, buon lavoro Alice!